mercoledì 7 maggio 2014

La recensione di Armando Guidoni al nuovo libro di Aldo Onorati

Condividiamo l'articolo di Armando Guidoni sul nuovo libro di Aldo Onorati "Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenhauer e Leopardi" (Edizioni Tracce, 2014), uscito in questi giorni sul mensile "Controluce" - anno XXIII, n. 5, maggio 2014, pag. 23.
Il senso della gloria da Dante a Leopardi 
Un’amara riflessione sul presente delle belle lettere

Si legge sul Venerdì di Repubblica del 7 marzo, nella prima recensione apparsa al nuovo libro di Aldo Onorati, Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenhauer e Leopardi, edizioni Tracce, pp. 120, euro 11: «L’uomo contemporaneo insegue il successo, per sua natura effimero. Altra cosa è la gloria, che travalica i confini della vita umana. Sulla base di questa distinzione il dantista e scrittore romano Aldo Onorati, con un ricco corredo di citazioni, affronta il concetto di gloria in tre grandi poeti italiani e nel filosofo tedesco come frutto dell’attività dello spirito e assoluta dedizione alle opere dell’intelletto… Onorati dà vita, a dispetto del titolo, non solo a un saggio letterario, ma anche a un’amara riflessione sul presente e sullo scarso credito oggi rivestito dalle belle lettere». Noi siamo d’accordo con Marzia Fontana, la giornalista che ha recensito il denso saggio di Onorati, al quale ha attribuito quattro pallini rossi su cinque quale voto di gradimento. L’opera, infatti, tra l’altro in splendida veste tipografica nella collana di saggistica “La ginestra”, aperta da Walter Mauro e ora diretta da Fabio Pierangeli dell’università di Roma Tor Vergata, è una pietra lavica infuocata diretta contro la corruzione del mondo letterario, di oggi e di ieri. 
Onorati, prima imposta il lavoro con testimonianze altissime (Dante, Foscolo, Schopenhauer e Leopardi), poi trasporta l’attualità delle loro vedute ai giorni nostri con citazioni di nomi e opere, con un coraggio e una chiarezza senza mezzi termini. Inoltre, in un capitolo che consiglio a tutti i lettori (pagg. 13-18), distingue fra la ‘gloria’ e il ‘successo’, tracciando la storia dei due termini e dimostrando come oggi non si tenda più alla prima, che richiede dedizione assoluta in ogni campo e mira alla posterità, ma al secondo, cioè alla popolarità ad ogni costo, a spese dell’Arte. Onorati critica l’impoverimento della condizione culturale odierna, e lo fa da par suo: con equilibrio, senza animosità, ma coi dati alla mano e col suffragio dei maggiori ingegni di tutti i tempi. Il libro ha la severità di un saggio ma si legge come un racconto.

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