lunedì 11 maggio 2015

Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenhauer e Leopardi: la recensione di Fabio Pierangeli al saggio di Aldo Onorati

Pubblichiamo la recensione di Fabio Pierangeli al saggio di Aldo Onorati Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenhauer e Leopardi (Edizioni Tracce, 2014 - € 11.00), apparsa sulla rivista IN LIMINE - quaderni letterature viaggi teatri - sul N° 11 (aprile 2015): 

Aldo Onorati, Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenauer e Leopardi, Edizioni Tracce, Collana La Ginestra, 2014, pagg. 118, euro 11,00 di Fabio Pierangeli 
La letteratura maestra di vita. Si diceva, una volta, in un passato che sembra lontano, quasi mitico, avvolto nella nebbia dell’irreale. Diversi segnali, sia pur sparsi, tornano a fare luce nella oscurità anti etica di tanto vorticoso consumismo, spesso incosciente, mancando il confronto con modelli e proposte di diversa misura ed eleganza. La tradizione letteraria, quella italiana in particolare, ne offre a volontà di tali autorevoli modelli, anche e, forse, soprattutto, in opere che non hanno direttamente un obiettivo pedagogico. 
Per questo diventa estremamente prezioso il volume di Aldo Onorati, Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenauer e Leopardi, Tracce editore, 2014, capace di coniugare la serietà della ricerca scientifica (la precisione delle citazioni, scelte tra un imponente materiale) al dono di comunicare narrativamente, in modo avvincente, con sottile ironia e passione autentica, gli elevati valori culturali che si tramandano attraverso i grandi geni del passato. 
Il libro, avverte Onorati, poeta, narratore e saggista di fama internazionale, nonché acclamato dantista: 

è dedicato a tutti, ma principalmente a coloro i quali hanno fatto della rincorsa al successo il fine unico e ultimo della vita, deprivandola del suo affascinante mistero, delle sue infinite risorse, delle ricchezze piccole e grandi di ogni giorno, i piaceri dell’amore, dell’amicizia, la generosità, il dolcissimo ozio (dono degli dèi), il fare la cose per il solo gusto di farle e senza il solito concetto dell’utilità, del “do ut des”. Costoro, tesi follemente alla conquista di un dio capriccioso e ingiusto, volubile e inafferrabile (come il potere e in certo senso il denaro), corrono a perdifiato verso una china: il dolore irreparabile della delusione, perché il successo non basta mai, e il suo desiderio porta a una sorta di delirio che stravolge tutto e finisce nella consunzione. 

Attraverso Schopenhauer, Onorati è netto nel segnare i confini delle parole e dei loro significati, innanzitutto distinguendo la gloria dal successo.
La gloria è quanto resiste di noi dopo la nostra scomparsa, quando non potremo più difendere le nostre azioni compiute o le nostre opere artistiche. Il successo è invece legato alla transitorietà dell’esistenza, al Caso, al maneggio, alla momentanea attenzione della massa volubile, a un intreccio di combinazioni etc. Si trasformerà in gloria duratura? Nessuno lo sa. 

Distinzione traballante nella mentalità comune, con sfumature diverse attraverso i secoli, di cui Onorati offre spunti notevoli commentando alcune opere dei tre autori italiani, oculatamente scelti per intervenire in un dibattito attualissimo: Dante (sapeva bene di essere superbo tra i superbi e lo ammetteva «non è merito da poco»), Foscolo (di cui si commenta acutamente parte delle lezioni di Pavia, conosciuta come Dell’origine e dell’Uffizio della letteratura), Leopardi della stupenda operetta morale, un universo di estrema attualità, Il Parini, ovvero della gloria
Commentati, con finezza e chiarezza, acume e modestia, i brani immortali della letteratura, Onorati li mette a confronto, descrivendo con passione rara, spirito polemico (ma non superficiale o disfattista, anzi), la situazione attuale della letteratura e della editoria, passando in rassegna i dogmi, le incuria, le eccellenze nascoste del secolo scorso, per arrivare alla paradossale situazione dell’oggi, dove «in conclusione: ai fini del successo, il valore dell’opera non ha alcun peso. Anzi, talvolta è di ostacolo»: il volto (televisivo o cinematografico) ha sostituito l’autorevolezza del nome, magari di un autore di cui non si conosceva, appunto, nemmeno il ritratto (si veda il bel capitolo Dal nome al volto). Molti capolavori, insomma, rimarranno nel cassetto, è la constatazione di Onorati. Assai più umoristica che rassegnata. 

Proprio perché c’è una calcolata confusione di valori e la letteratura si identifica col modo di far politico (uno scrittore che non abbia le qualità di un politicante rimane sconosciuto anche se ha scritto Papà Goriot), non vale la pena soffrire per la mancanza di successo. 
Questo è il messaggio del presente breve libro.

PIERANGELI, F. Aldo Onorati, Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenauer e Leopardi. IN LIMINE, Italia, 1, apr. 2015. Disponibile all'indirizzo: <http://www.inlimine.it/ojs/index.php/in_limine/article/view/358/449>

Aldo Onorati è autore tradotto in molte lingue nel mondo. Tra i suoi libri più conosciuti: La saga degli ominidi (VII ed.); Lettera al padre (VI ed.); Incontro con Zaccaria Negroni (X ed.); Nel frammento la vita (V ed.); Il sogno, l’incubo, il sacrilegio; Gli ultimi sono gli ultimi (III ed.) etc. 
Fra i suoi numerosi saggi critici, il più noto: Dante e l’omosessualità.
L’opera omnia delle sue poesie è del 2005. 
Dantista, è supervisore e post-fatore del libro Chanzona Ddante di Luois M. La Favia: la scoperta di un inedito del Divino Poeta.
È stato docente di Lettere agli istituti superiori e giornalista di testate nazionali, oltre che collaboratore della RAI-TV, Terzo programma, Dipartimento Scuola-Educazione. Direttore editoriale per molti anni in Roma, tiene conferenze e seminari di studi su Dante, sulla letteratura Italiana e sulla tecnica del verso.
Con la nostra casa editrice ha pubblicato, nel 2013, il romanzo Le tentazioni di Frate Amore, già in seconda ristampa.

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