mercoledì 24 ottobre 2012

L'AQUILA, dopo la sentenza sulla Commissione Grandi Rischi, i libri che hanno detto tutto

Alla luce della sentenza per i sette componenti della commissione Grandi rischi condannati a 6 anni per aver dato avvertimenti insufficienti sul rischio sismico ai cittadini aquilani, che subirono il terremoto del 2009, è bene ricordare i libri del giornalista e caposervizio del Messaggero Paolo Mastri "3.32 L’AQUILA gli allarmi inascoltati" e "IL QUINTO ABRUZZO la storia cambiata dal terremoto".

Come spiega il giornalista, i due libri avevano puntato il dito sul mistero dell’allarme mancato nella riunione della commissione grandi rischi del 31 marzo, convocata per dare risposte all’ansia della popolazione aquilana dopo quattro mesi di scosse e invece occupatasi largamente del caso Giuliani liquidando come improbabile un terremoto devastante al culmine dello sciame.
Tra i documenti contenuti nei libri, la testimonianza diretta dei presenti alla riunione, i due verbali in contraddizione e lo studio del professor Giuseppe Grandori del Politecnico di Milano che elenca le ragioni scientifiche a favore della dichiarazione di allerta, di fronte ad un rischio sismico reale aumentato di cento volte rispetto al rischio sismico di base della zona. 
I libri analizzano il sistema della protezione civile, all’epoca orientato sulla gestione delle emergenze, in regime di straordinarietà, più che alla prevenzione e alla tutela della popolazione.

I successivi progressi investigativi e le stesse scelte del legislatore, a partire dal ritiro della proposta di creazione di una protezione civile spa, hanno confermato questa tesi.
"Non c’è redenzione senza verità" scrive Concita De Gregorio nella prefazione di 3.32 L’AQUILA. 
Come dice l'Autore, la sentenza del tribunale dell’Aquila scrive una prima parola di verità.

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