lunedì 9 luglio 2012

"Come aquiloni... o quasi": una recensione a cura di Marzia Carocci

Edizioni Tracce, 2010
pp. 496 - € 25.00
ISBN 978-88-7433-694-4
Un diario senza retoriche e banalità, pagine ricche ed emozionali, vere come vera è la vita con i propri drammi e gli ostacoli che cercano di piegare, di inginocchiare, di arcuare l’esistenza stessa senza dare a volte il tempo di riflettere o di organizzarsi immediatamente.


Come aquiloni …o quasi è un libro che insegna e che aiuta a riflettere; un libro/verità che schiaffeggia, accarezza, colora e rabbuia, ma il tutto abbracciato da un continuo cantico di speranza e forza che certamente porterà il  lettore a comprendere quanto ci sia oltre la vita “normale”

Alessandro Mosconi, di professione geologo, racconta della propria esperienza di padre con tre figli, due dei quali con diverso tipo di inabilità, attraverso le responsabilità, le paure, i dubbi , le angosce, ma anche forte di  quella ricerca di senso e di essenza nella vita dei propri  figli, conscio che avranno comunque sempre limiti e margini che non potranno mai superare.
Intense pagine di devozione, dove l’autore spiega i progressi e le fatiche che i suoi ragazzi hanno dovuto fare, ci condurrà nella conca del proprio sé, dove confiderà al lettore la rabbia provata, le delusioni sentite, i pentimenti di avere spesso chiesto di più, ma tutto in nome di quell’amore che dalle pagine sprigiona ad ogni sillaba, ad ogni virgola, in ogni espressione; l’amore come unica condizione alle richieste e all’impegno dei suoi ragazzi.

L’autore spesso rifletterà e s’imporrà quesiti dandosi spesso le risposte trovate forse anche grazie a questa scrittura che ha certamente fatto riaffiorare tutti gli atteggiamenti, le prove, i sorrisi e i pianti di chi, con lui ed attraverso lui, ha dovuto vivere  l’esperienza di una vita certamente non facile e sicuramente sconosciuta ad una società che vive della disabilità un disagio inespresso.

L’uomo, spesso per timore, per inadeguatezza, per superficialità o proprio per difficoltà all’accettazione di quello che si definisce “anormale”, non riesce ad esprimere  e condividere con chi vede “diverso” , restando così impotente al dialogo e alla condivisione di chi  crede, non a ragione, impossibilitato alla comprensione.
Il tragitto che Alessandro Mosconi intraprende con la scrittura, è un mosaico di vita che ci porterà a vedere oltre quel “limite” con il quale siamo abituati a vedere , egli ci  presenterà i suoi  tre figli; Dario, Simone e Marialetizia con l’orgoglio naturale di un padre che ci racconterà della dolcezza, bontà, tenerezza  che questi ragazzi , ognuno a loro modo, sanno elargire senza richiesta alcuna, senza aspettativa, ma solo perché “recipienti” di amore e di dolcezza innata.

Il lettore si commuoverà, sorriderà e tiferà ogni volta che questi ragazzi conquisteranno quel gradino in più che li farà sentire come gli altri, insieme agli altri con un padre tifoso e sempre presente, un padre che sa dire si, ma che è riuscito con l’amore a dire anche quei no , importanti alla crescita psicologica dei figli che proprio grazie anche a quelle negazioni, hanno compreso ed accettato certi limiti, proiettando su altre strade le affermazioni possibili.

Un libro che dovrebbe essere distribuito ad ogni famiglia dove spesso non c’è dialogo con i propri figli, dove non v’è presenza, confidenza, un libro che apre le coscienze , che scuote i luoghi comuni, un libro che ci pone alcune domande:
Cosa è la normalità? Come possono un uomo ed una donna, di punto in bianco reinventarsi una vita, dimenticare le proprie esigenze, bisogni, desideri se non fosse per l’unico collante al mondo che è l’amore?

Un libro che è formato da tante storie di una famiglia speciale e non diversa, una famiglia che nel proprio nucleo ha dato il passo all’essenza del vivere, al valore del sentimento, della felicità che si può costruire con pazienza, determinazione, fatica e tanto, tanto interminabile amore , e che grazie a quell’amore incondizionato ,quegli “aquiloni”, si sentiranno se non liberi di volare come vorrebbero, sicuramente liberi di volteggiare certi, che quel filo, li terrà con  mani solide, permettendo loro comunque uno splendido volo nell’azzurro della vita.


Marzia Carocci

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