lunedì 30 settembre 2013

Animamadre: la recensione di Doris Emilia Bragagnini

Condividiamo la recensione di Doris Emilia Bragagnini al libro "Animamadre" di Nina Maroccolo, apparsa su Neobar - agorà senza l'assillo delle correnti, il 5 marzo 2013:
ANIMAMADRE di Nina Maroccolo 
(lettura di Doris Emilia Bragagnini)

Volevo scrivere di “Animamadre” già da tempo. Ho atteso molto questo libro, dal primo incontro: alcune pagine postate in una “nota” sul più famoso dei social network. Le guardavo guizzare, le leggevo e non capivo cosa ci facessero lì, in un posto pieno di confusione, via vai di gente e mezzi, strilloni, clacson, frenate, incidenti carnevaleschi e capitomboli. Le avvertivo sacre, setosamente delicate, piene di quella forza capace di frusciare suono riconoscibile da subito: preziosità. Ho desiderato di leggerne ancora e proprio di quella storia. Scoprire Animamadre è stato lasciarsi trasportare, ha significato non resistere a una scrittura fatta d’immagini provenienti da una dimensione stregata e stregante, quando il vissuto si fa cilindro da cui estrarre pagine scolpite, dove la storia personale si fonde (ma allo stesso tempo ne viene filtrata) con una rivisitazione parallela fortemente analitica, in spietato rigore.
Simbolismo, mito, fiaba, intervalli di canto come piccoli motivi reportage di un set onirico, surreale, suggestivo, capace di mantenere la percezione cosciente del sé e di come lo si vuole raccontare, come ne deve risultare per definirsi nella sua autenticità. Si avverte, si respira, ci si convince immediatamente dai primi capitoli che l’autrice ha lavorato duramente e profondamente su se stessa con un’opera di minuzioso scavo attraverso tutti i cunicoli praticabili e non, della propria diramata configurazione emotivo-contestuale, partendo dall’infanzia con le sue latitudini e longitudini sfalsate dai mancati raccordi esperitivi, le strategie di sopravvivenza di una mente fulgida da subito, impressa da una sensibilità straziante prima ancora di conseguire la consapevolezza per veicolarne il canto. Definire questo libro inserendolo in una categoria nota non è possibile, gli si farebbe torto. Esso spazia, si manifesta, vive entro un arco di tempo convenuto e al suo interno troviamo prova di Nina Maroccolo nella sua essenza, nella storia tracciata senza per questo essere cronologia, piuttosto un rabdomantico ma razionale contrappunto esistenziale dove la personalità della scrittura (dialettica, dialogica) cammina di pari passo con l’abilità dell’alchimista Nina nel provocare sensazioni e legittime cadute del lettore in una tela che si accende di colori singolari diseguali per ognuno, ognuno con il proprio “balletto di tessuto” a frusciare lucido negli occhi: commuove quest’anima che si fa madre perché il valore intrinseco dell’Opera, oltre alla testimonianza di un linguaggio capace di superarsi nei confini, oltrepassa i confini del lettore/spettatore che pagina dopo pagina assiste al parto di una creatura che diventa anche la propria, di cui avere cura. Questa la mia “testimonianza”di viaggiatrice alla ricerca di riverberi ascensionali.

Un particolare mi ha accompagnato durante il tragitto del libro. Un rumore imparato da un film notissimo, un rumore tintinnante di cristalli di ghiaccio spazzati da un vento creatore furiosamente gelido, rumore capace di farsi, durante il percorso, via via più morbido e tiepido, fino al gorgogliare sommesso di una goccia che specchia se stessa, senza più spezzarsi.

Alcune pagine di “Animamadre”: 

Nina Maroccolo è nata a Massa nel 1966. Cresciuta in Sardegna da bambina, approdata a Firenze nel ’75 – dove ha studiato Arte e Musica – vive e lavora a Roma dal 2004. Scrittrice, performer, artista visiva – è curatrice di libri e antologie. Ha fatto parte della casa discografica CPI (Consorzio Produttori Indipendenti, Firenze), responsabile dell’Associazione Culturale “Il Maciste”. Ha partecipato a trasmissioni su RAI1, RAI2 ed altre emittenti televisive.
Pubblicazioni: Il Carro di Sonagli (City Lights Italia 1999); Annelies Marie Frank (Empirìa 2004 – 2a ed. 2009), con prefazione di Alda Merini; Firenze-Roma (Pulcinoelefante 2004); Documento 976 – Il processo ad Adolf Eichmann (Nuova Cultura 2008), a cura di Fabio Pierangeli; Malestremo (Le Reti di Dedalus 2008), a cura di Marco Palladini; Illacrimata (Ed. Tracce 2011), con prefazione di Paolo Lagazzi. È presente in numerose antologie.

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