Condividiamo con i nostri lettori la recensione al libro di Daniela Quieti "Francis Bacon - La visione del futuro" a cura di Pasquale Matrone, pubblicata sull'ultimo numero della Rivista "La Nuova Tribuna Letteraria" (anno XXII - n. 107):
Sul rapporto tra filosofia e poesia
si è dissertato a lungo, spesso a sproposito, interrogandosi sulla capacità e
le risorse che ha un poeta per accedere a un settore, in apparenza, di natura
assai diversa e per il quale vengono richieste ben altre attitudini. La
questione, però, a ben considerarne i motivi, non sussiste. La poesia autentica
è sempre figlia di una visione del mondo ben radicata, carica di senso e di
fermenti. Se si parte da questa premessa, non si rimane sorpresi, quando ci si
imbatte in un’opera come quella intitolata Francis Bacon La visione del futuro, pubblicata
da Edizioni Tracce nella Collana di saggistica “La Ginestra”, diretta da Walter
Mauro. A scriverla è stata la pescarese Daniela Quieti, nota al pubblico come giornalista,
intellettuale versatile e poetessa, alla quale, di recente, tra i tanti
prestigiosi riconoscimenti, per la qualità dell’impegno letterario e sociale, è
stato conferito anche il premio Internazionale Donna dell’anno 2011
dall’Università della Pace della Svizzera Italiana.
Noi siamo quello che facciamo e
quello che scriviamo. Lasciamo, nella vita e nella scrittura, il segno delle
nostre predilezioni umane e culturali, delle motivazioni da cui germinano le
sintonie in nome delle quali abbiamo privilegiato autori, tematiche e
orizzonti. La scelta di parlare di Bacone è, dunque, una sorta di cartina di
tornasole grazie alla quale il colore solare delle coordinate estetiche, etiche
e sociali dell’intellettuale abruzzese appare con limpidezza smagliante. Il
saggio dedicato al filosofo, dunque, non si giustappone, come tessera anomala,
a un mosaico, bensì ne costituisce parte integrante, insostituibile come pietra
angolare.
La scrittrice, infatti, sin dagli
anni giovanili, ha avvertito con forza l’esigenza di farsi parte consapevole,
attiva e costruttiva della società, protagonista e non scialba comparsa, di una
rappresentazione in cui attore e personaggio devono, per necessità, essere
fatti della stessa stoffa; di non limitarsi a descrivere il mondo bensì di
diventare coautrice di una sua trasformazione; di smettere di lamentarsi per le
miserie che affliggono l’umanità, per rimboccarsi le maniche con pragmatica
determinazione; di spendere la propria vita per gli altri, anziché di
proteggerla nel chiuso di una torre eburnea.
Francesco Bacone è, come si evince
dall’analisi del saggio, figura significativa, metafora efficace, modello,
insegna di una battaglia da combattere sul campo, piano strategico per fare
guerra alla guerra… tutto questo, naturalmente, senza mai cadere nella trappola
dell’anacronismo o dell’attualismo a ogni costo.
L’autrice sa bene che lo stesso
Bacone, oggi, si rifiuterebbe di essere un baconiano pedissequo. Se fosse
figlio del nostro tempo, pur riconoscendo nella giusta misura il debito nei
confronti degli antichi, agirebbe, con la piena consapevolezza di essere più
antico di loro in quanto in possesso di un patrimonio conoscitivo più ampio ed
efficace. Ed è proprio in nome di questo sacrosanto principio che, com’è giusto
che sia, la Quieti “prende” dal filosofo inglese quanto serve, senza ignorare
limiti, difetti e approssimazioni presenti nella sua rivoluzionaria proposta.
Daniela Quieti conduce, con perizia
e senza approssimazione, un esame meticoloso degli scritti più autorevoli del britannico
barone di Verulamio, giovandosi della sua perfetta conoscenza della lingua
inglese, nonché di una metodologia di ricerca acquisita, negli anni
dell’università, grazie a un amico, che, sapendola in difficoltà con lo studio
della Critica della Ragion Pura, le
consigliò di leggere il saggio Il
pensiero di Kant di Pietro Chiodi. Fu proprio questa lettura a operare in
lei una specie di miracolo, facendole trovare una chiave di apertura a un mondo nuovo.
A svelare il segreto è Aldo
Onorati, nella prefazione. A sua volta, in una presentazione elegante, rapida
ed esaustiva, Walter Mauro esprime apprezzamento per l’autrice sottolineando
che, con il suo libro, Daniela Quieti contribuisce in modo efficace a
dimostrare perché “la modernità non debba intendersi come un fenomeno isolato o
isolabile, bensì calato nel novero di aperture che da quel momento lontano
possano incidere su questo nostro tempo, così ansioso di conoscenza e di
percorsi in grado d’intendere appieno le ragioni fondamentali dell’essere”; e
tiene altresì a sottolineare che il volume dedicato a Francesco Bacone, una
delle figure / guida della ricerca non soltanto scientifica, bensì dell’intero
universo del creativo, si propone come esigenza fondamentale… il reperimento,
nel vigore del messaggio di alcuni protagonisti del passato, stimoli preziosi
all’uomo del nostro tempo, per aiutarlo a individuare nuovi potenziali di vita
e di pensiero.
La scrittrice pescarese ha saputo
restituire, con gli interessi, ai lettori il dono ricevuto a suo tempo da
Pietro Chiodi, studioso e divulgatore verso il quale, con l’equità e la
riconoscenza di cui sono capaci la persone oneste, dichiara di non poter mai
estinguere del tutto il suo debito (chi la conosce sa che la sua non è falsa
modestia). E ha saputo altresì rendere onore a Francesco Bacone, ridando linfa
alle ragioni che debbono preservarci dalla disperazione, e cioè alle ragionevoli speranze i cui motivi
vengono enumerati nel Novum Organum.
Il lettore, pure quello più
appiedato, ha la possibilità di esplorare l’universo baconiano, di salire anche
agli ultimi piani di un’immensa biblioteca, grazie all’aiuto di una studiosa
che, avendo ben assimilato un autore difficile, ha saputo tradurne le idee con
parole e mezzi fruibili da tutti. Va precisato che questo, oltre a consentirle di
raggiungere magistralmente l’obbiettivo suddetto, nulla sottrae anche ai più
sofisticati e incontentabili professionisti; e meno che meno ai troppi luminari
padrini padroni baroni tromboni sedicenti filosofi e… filosofi ufficialmente
consacrati da politica e padronale investitura.
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