Edizioni Tracce, 2012
Poesia collana "Anamorfosi"
pp. 64 - € 11,00
ISBN 978-88-7433-393-6
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Condividiamo con i nostri lettori un articolo uscito su "Il Messaggero", edizione locale di Pesaro, della giornalista Simonetta Marfoglia, sulla silloge "Stupro mundi" di Maurizio Marinucci:
PESARO_Che c’azzecca un parafrasato stupor mundi di Federico II con la rabbia giovane di Billy the Kid? Forse niente o forse tutto perchè la giocoleria lessicale di Maurizio Marinucci - basket coach e/o giornalista - conia per il suo nuovo libro di poesie il titolo Stupro Mundi (casa editrice Tracce) affiancato a una foto d’epoca del pistolero ragazzino morto a 21 anni per rivivere la leggenda western. Ma la furia evocativa e immaginifica di uno Stupro Mundi socialmente apocalittico e fustigatore non inganni: Marinucci, oggi alla New Basket Brescia ma con la bussola dell’anima rivolta a Pesaro, ama i paradossi e usa l’ironia con il suo retrogusto come frusta per domare e ammansire collerici eventi di vita: fossero pene d’amore, stati personali («sogno e mi ridesto/calpesto tutto il resto») o drammi biografici (nell’omaggio empatico a un Billy The Kid scarnificato dal mito). Il tutto - come si legge nella prefazione di Ubaldo Giacomucci - valorizzando «la ricerca linguistica e la dimensione simbolica». Il libro si può acquistare on line (www.tracce.org) e con il passaparola si può contribuire anche ad aiutare la casa editrice abruzzese che dopo aver da poco festeggiato i 30 anni di attività rischia di chiudere per la grave crisi in cui il settore annaspa. Per il resto va ricordato che non è la prima fatica letteraria e poetica dello scrittore-allenatore che proprio per Tracce ha pubblicato la sua prima raccolta «Tra cuore e scrittura» bissando poi il tutto con «Non sono un poeta» per la casa editrice Raffaelli. E anche se lui giura che si tratta «dell’ultima raccolta» e che non scriverà più poesie perché lo deve «a tutti quelli che mi vogliono bene», non credetegli. D’altra parte il mondo del basket non è nuovo a sconfinamenti letterari o a aspirazioni artistiche. E lo stesso Valerio Bianchini è coralmente citato come il Vate. Certo il sardonico Marinucci non pretenderebbe tanto e avendo già definito a suo tempo le sue poesie come «lassative», forse amerebbe essere ricordato come il «vater».
PESARO_Che c’azzecca un parafrasato stupor mundi di Federico II con la rabbia giovane di Billy the Kid? Forse niente o forse tutto perchè la giocoleria lessicale di Maurizio Marinucci - basket coach e/o giornalista - conia per il suo nuovo libro di poesie il titolo Stupro Mundi (casa editrice Tracce) affiancato a una foto d’epoca del pistolero ragazzino morto a 21 anni per rivivere la leggenda western. Ma la furia evocativa e immaginifica di uno Stupro Mundi socialmente apocalittico e fustigatore non inganni: Marinucci, oggi alla New Basket Brescia ma con la bussola dell’anima rivolta a Pesaro, ama i paradossi e usa l’ironia con il suo retrogusto come frusta per domare e ammansire collerici eventi di vita: fossero pene d’amore, stati personali («sogno e mi ridesto/calpesto tutto il resto») o drammi biografici (nell’omaggio empatico a un Billy The Kid scarnificato dal mito). Il tutto - come si legge nella prefazione di Ubaldo Giacomucci - valorizzando «la ricerca linguistica e la dimensione simbolica». Il libro si può acquistare on line (www.tracce.org) e con il passaparola si può contribuire anche ad aiutare la casa editrice abruzzese che dopo aver da poco festeggiato i 30 anni di attività rischia di chiudere per la grave crisi in cui il settore annaspa. Per il resto va ricordato che non è la prima fatica letteraria e poetica dello scrittore-allenatore che proprio per Tracce ha pubblicato la sua prima raccolta «Tra cuore e scrittura» bissando poi il tutto con «Non sono un poeta» per la casa editrice Raffaelli. E anche se lui giura che si tratta «dell’ultima raccolta» e che non scriverà più poesie perché lo deve «a tutti quelli che mi vogliono bene», non credetegli. D’altra parte il mondo del basket non è nuovo a sconfinamenti letterari o a aspirazioni artistiche. E lo stesso Valerio Bianchini è coralmente citato come il Vate. Certo il sardonico Marinucci non pretenderebbe tanto e avendo già definito a suo tempo le sue poesie come «lassative», forse amerebbe essere ricordato come il «vater».
Un giorno, in un bar del Trentino, un mio amico, per attaccare bottone con la bella ragzza che ci preparava i caffè, le disse che ero un poeta e che le avrei scritto istantaneamente una poesia. Seguì un imbarazzante silenzio nel quale non ebbi il coraggio di fuggire vigliaccamente e mi ritrovai con penna e carta ad elaborare una lirica, grazie all'insospettabile ispirazione del mio amico.
L'operazione riuscì meglio di quanto ci si potesse aspettare e la poesia in questione è contenuta in questa raccolta. Al momento di scegliere il titolo, per il mio amico fu ovvi darle il nome della ragazza, anche perché così avrebbe saputo come chiamarla quando passava di lì per caso. Così facemmo ma io avrei voluto intitolarla: Per fortuna non faccio il dentista, per fortuna della ragazza, ovviamente.
Nello scegliere il titolo di questa raccolta, invece, ho fatto a modo mio, ma non è detto che debba svelarvi perché si chiama "Stupro mundi". Quello che posso dire è solo che si tratta dell'ultima raccolta e che non scriverò più poesie. Lo devo a tutti quelli che mi vogliono bene.
Maurizio Marinucci è nato a Bologna il 19 ottobre del 1967.
Ha già pubblicato per Tracce la sua prima raccolta "Tra cuore e scrittura" e per Raffaelli "Non sono un poeta".
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