Condividiamo la recensione alla silloge di Franco Campegiani "Ver sacrum", apparsa sulla rivista Pomezia-Notizie di gennaio alla pagina 45, a cura di Maria Antonietta Mosele:
La raccolta poetica "Ver sacrum" di Franco Campegiani ci viene presentata da Ninnj Di Stefano Busà come una forte reazione alla situazione di questo mondo "limbo opaco senza rinascita spirituale" che va verso l'autodistruzione per voler escludere il Vero, il Bello, il Bene.
Campegiani si chiede se è migliore questo "progresso" della civiltà/cultura di ciminiere e fabbriche, oppure la coltura/coltivazione dei campi con l'amore/rispetto della natura. Veramente questa "civiltà pirata", "civiltà che muore", "notte senza sbocchi", ha ridotto l'uomo "senza lavoro e senza dignità".
Già la madre avverte il figlio: resta vicino a me perché il mondo è cattivo, vuole toglierti la libertà, "vuole succhiarti l'anima/e teme di vederti/padrone di te stesso".
Nel passato, il lavoro del ccontadino era molto duro, ma dava speranza e soddisfazione: "Quanti gridi di dolore nelle notti/esplodevano all'alba in battiti d'ali". Anche Adamo "seminò cultura nella terra/aprendo solchi d'amore/ con ferite". Ora, invece, dell'uomo "di se stesso clone" "sfiorano tastiere quelle dita".
Ogni lavoro onesto, anche se umile, poco remunerato o pericoloso - come quello del pompiere - merita rispetto; e anche se hai "la lama piantata nel tuo cuore", ugualmente riesci ad inventare per i tuoi figli le storie più belle.
Il Poeta ci invita, quindi, a rinascere: "Lava le tue ferite/ con la tua acqua sorgiva/ e ti riscatterai"; fai valere i tuoi "diritti umani" che non siano solo parole; "Risorgeremo dalla bufera cosmica/ ... a respirare cieli selvaggi e limpidi", "anche se la terra trema/ e i mari imputridiscono".
Dobbiamo rinascere - come la primavera - ad una vita nuova, piena d'amore: ecco il "Ver sacrum", la sacra primavera del titolo, di quest'uomo pieno di fede. E' l'impegno che l'Autore si prende da subito, in prima persona, dicendo: anche se avevo paura di lottare contro me stesso, combatterò per sentirmi libero; e quando crederò di essere alla fine, farò di tutto per cominciare un nuovo inizio. E il Redentore tornerà, così vivremo nella gioia.
Non mancano poesie d'amore, anche se per il Poeta "amarti è perderti".
Le composizioni sono molto interessanti per contenuto e stile, innovative, personalissime. Campegiani usa un linguaggio molto realistico, a volte ermetico, simbolico.
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