lunedì 30 gennaio 2012

La filosofia in d’Annunzio: presentazione dell’opera di Renato Lombardo, edita dalle Edizioni Tracce di Pescara


Sabato 4 febbraio, alle ore 17,00, presso la Sala Consiliare del Comune di Pescara, in Piazza Italia, a Pescara, si terrà la presentazione dell’opera di Renato Lombardo La filosofia in d’Annunzio”, edita dalle Edizioni Tracce.
Interverranno S. E. Vincenzo D’Antuono (Prefetto di Pescara), Nazario Pagano (Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo), Guido Cerolini Forlini (Assessore Politiche Sociali del Comune di Pescara) e Guerino Testa (Presidente della Provincia di Pescara).
Presenterà Giulio A. Lucchetta (Docente in Filosofia Antica - Università “G. d’Annunzio” - Chieti).
Coordinerà Nicoletta Di Gregorio (Presidente Edizioni Tracce).
La presentazione prevede la lettura di poesie e testi del Vate da parte dell’Attrice Franca Minnucci e l’intervento musicale di Fabrizio Casu (Violino) ed Edoardo Casu (Flauto). Inoltre l’Artista Claudio Alleva esporrà le sue opere.
Sarà presente l’Autore.

Dalla prefazione di Giulio Lucchetta:
L’idea di un percorso che connetta l’azione politica svolta da d’Annunzio a Fiume a una probabile rilettura della polis da parte di Aristotele è sorta nella mente appassionata dell’avvocato Renato Lombardo, non nuovo a questi itinerari dannunziani. Questa linea di lettura è stata messa a punto durante lo svolgere dei miei corsi di lezioni universitarie sulla Politica di Aristotele, tenute a Chieti, che hanno portato allo sviluppo di alcuni seminari sul pensiero politico aristotelico in altre età, come nel caso di Machiavelli e di Shakespeare a cui hanno contribuito specialisti ospiti.
La convinzione che muove l’autore è stata che da ambedue, Aristotele e d’Annunzio, nel parlare e nel progettare uno stato cittadino, venga condivisa la stessa intuizione democratica: il primo, d’altronde, ha la possibilità di studiarla nei costumi civili di Atene, analizzandone la genesi della costituzione e confrontandola con quelle vigenti in altre città elleniche e non; il secondo fa sua l’urgenza democratica della ribelle città di Fiume, sino a darne forma bella, manipolando la carta costituzionale, repubblicana e democratica, in cui il sindacalista Alceste De Ambris aveva riversato tutte quelle direttive giuridico-amministrative che la popolazione autoctona a tutti i costi rivendicava per sé. [...] 

Renato Lombardo è un avvocato cassazionista. Vive ed opera a Pescara e Roma.
Ha quattro lauree. Oltre a quella in Giurisprudenza, ha conseguito le specialistiche in Economia e Management, Storie del Mediterraneo, Filosofia.
Il libro deriva dall'ultima, recente esperienza accademica e contempla un d'Annunzio inedito, calato nel pensiero filosofico antico e moderno, i cui riflessi sono evidenti nell'impresa di Fiume e nella Carta del Carnaro.


Edizioni Tracce, 2011
Saggistica
pp. 208 - € 15,00
ISBN 978-88-7433-786-6

La meta dell’essere: presentazione della silloge poetica di Paolo Cordaro, edito dalle Edizioni Tracce




Si è svolta sabato 21 gennaio 2012, alle ore 17,30, presso le Scuderie Estensi, in Piazza Garibaldi, a Tivoli, la presentazione della silloge poetica di Paolo Cordaro La meta dell’essere”, edita dalle Edizioni Tracce.
Ospite d’onore dell’incontro è stata Marcia Theophilo, poetessa candidata al Nobel per la Letteratura.
Durante la presentazione si è tenuta una lettura artistica delle poesie da parte di Eliana Orsomando e l’accompagnamento musicale dell’Orchestra Ghironda di Tivoli.


Dalla prefazione di Marcia Theophilo:

[...] un testo pieno di emozione dove allo stesso tempo risalta la sua natura letteraria.
In questo momento in cui il poeta cerca di incontrare la sua vera strada in questa fase di trasformazione di valore in cui la poesia viene ad essere definitivamente soggetto, ritengo valido sistematizzare le idee di quei poeti che percorrono con decisione questi cammini di eco-poesia ossia, poesia-vita-natura.

Paolo Cordaro è nato a Tivoli Terme (Roma) 45 anni fa, ove vive tutt'ora.
Ha iniziato nel 1999 a partecipare a concorsi letterari. 






Edizioni Tracce, 2011
Poesia
CollanaAnamorfosi
pp. 80 - € 12,00
ISBN 978-88-7433-793-4

venerdì 27 gennaio 2012

BISTURI e FESTINA LENTE: presentazione dei libri di Giancarlo GIULIANI e Sandro NAGLIA



Le Edizioni Tracce organizzano per mercoledì 1 febbraio, alle ore 17,30, presso la Libreria Feltrinelli, in Via Milano (angolo Via Trento), a Pescara, un doppio incontro culturale con gli scrittori Giancarlo Giuliani e Sandro Naglia, che parleranno delle loro ultime pubblicazioni: “Bisturi” (Edizioni Tracce 2011), l’opera di Giuliani che vede l’introduzione curata da Sandro Naglia e “Festina lente” (Tabula Fati), una raccolta di pensieri di Sandro Naglia la cui prefazione è curata da Giancarlo Giuliani.


Dalla nota critica di Marco Tornar:

Cosa può tramutare uno strumento chirurgico volto alla cura in uno strumento di morte? E quale colpa espia l’umana catena generazionale col fantasma, col tramutarsi del padre? Dalla voce inquietante di questo radiodramma si materializzano asettiche scene d’angoscia del contemporaneo – ma classiche, perché un brivido le ha percorse. E il sangue, la carne, la tragedia del bisturi, non sono lontani dai libri, c’è correlazione tra la Letteratura e la ferita. Lontanissima da ogni suspense alla moda, la scrittura di Giuliani infligge colpi, tagli, perfino nel flusso di una voce originaria, non localizzabile, affinché quello che non si può raccontare venga alla luce. È una lama affilatissima, che tuttavia non può nuocerci, ci offre conoscenza...


Dall'introduzione di Sandro Naglia:

Lucido e affilato come il bisturi del titolo, questo racconto di Giancarlo Giuliani sfrutta una trama e un genere – quello del “giallo” attorno agli omicidi di un serial killer – per mettere in gioco elementi perturbanti che finiscono con l’essere di gran lunga più solidi della trama stessa, per quanto svolta con grandissima perizia.
L’abilità dell’autore sta nel costruire il racconto su diversi livelli emotivi, che precipitano il lettore in un’immersione, suo malgrado, nelle profondità del malessere esistenziale di due personaggi borderline. Dalla fabula, presentata all’inizio marcatamente dal punto di vista di uno dei protagonisti, il killer stesso, si scivola presto verso un’analisi (proprio in senso psicoanalitico) delle radici dell’aberrazione dei due caratteri principali. Analisi tuttavia presentata sempre “dall’interno” dei caratteri stessi, con conseguente inevitabile identificazione del lettore – e questo, tuttavia, non è ancora il livello più profondo.
In maniera elegante, senza esplicitare troppo, la scrittura fa crescere il disagio del lettore lasciando man mano intravedere le specularità delle storie dei due protagonisti, i cui nomi non a caso si assomigliano. [...] 

Giancarlo Giuliani, dal caos incomposto trascinato sulla terra alla fine di un cupo 1947, ha trovato le ali tra le antiche pietre di L’Aquila, nella solitudine delle montagne, dopo aver rifiutato il fascino indistinto del mare.
Parole hanno trovato forma compiuta e sono state consegnate alla lettura: maschera e viandante incappucciato nei mondi della fotografia e della saggistica, tra squarci di poesia, riconosciuto da molti, ignoto a se stesso.

Dentro e oltre le parole (antologia), Palermo, 1980
Quotidiano indicibile (antologia), Palermo, 1980
Quale immagine? (Note sul ruolo della fotografia nella società attuale), Pescara 1980
Guida all’uso di Word (licenza Creative Commons)
Guida all’uso di Excel (licenza Creative Commons)
Guida all’uso di Access (licenza Creative Commons)
Guida all’uso di Dreamweaver (licenza Creative Commons)
Ulisse non è mai partito (poesie), Roma, 2008
La parola che ricostruisce (antologia), Pescara, 2010
Liber Alchemicus (poesie), Pescara, 2010
Libro perduto, Pescara, 2011. 


Edizioni Tracce, 2011
Narrativa - collana Il Ponte di Heidelberg
pp. 72
€ 9,00
ISBN 978-88-7433-800-9


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Per informazioni:
Edizioni Tracce
Via Eugenia Ravasco, 54
65123 – Pescara (Pe)
Tel/fax. 085/76658 – 085/76073
Segreteria di redazione: Piera De Angelis, Ida Evangelista

lunedì 23 gennaio 2012

"Vertigine d'acqua" di Nicoletta Di Gregorio: una nota critica di Ninnj Di Stefano Busà



"Vertigine d'acqua" è l'ultimo lavoro poetico di Nicoletta Di Gregorio, un vademecum esistenziale nel quale l'autrice si mostra in tutta la sua ampiezza, esplorando la gamma delle sue ricerche intellettuali e umane in atmosfere dense di luce, di chiaroscuri, di aperture atte a mostrare l'incanto della parola in un lirismo rinnovato e sorretto dalla creatività. La raccolta di testi si svolge attraverso un itinerario che precorre e percorre l'excursus privato che si coagula, si fonde e rifonde, attraverso immagini di repertorio inconsuete. Un far poesia, quello della Di Gregorio, che accompagna la coscienza del reale, pur non estraniandosi dal sogno, dal suo infinito flusso e riflusso di pensiero, proprio come dinnanzi ad una vertigine d'acqua.


Chi guarda dall'alto di una rupe la vasta distesa d'acque fluttuanti non può fare a meno di provare una sorta di "vertigine"...Ecco, così, appare la realtà temporale di Nicoletta, una dirompente vastità in cui si annullano le sensazioni del quotidiano per inseguire -il sogno- che s'insinua nelle pieghe più profonde dell'animo, come una misura "altra", una dimensione che si smaterializza dalla realtà per attraversare la trasparenza ignota e misteriosa dell'immaginario.

Nicoletta Di Gregorio si avvale di ritmi interni al verso, gioca con una prospettica visuale che incanta. Il lettore non può non rimanere colpito dalla sua straordinaria eleganza lessicale, dalla sua abilità scrittoria, che fanno di ogni testo un traguardo per sempre nuove esplorazioni di luce, che inevitabilmente, in un contesto così ampio di evoluzioni di pensiero si ripresentano, si alternano, si avviluppano, talvolta anche intrecciandosi tra loro, come matasse filiformi di immagini fluttuanti, mai dome, perché la creatività dell'autrice è indefettibile, inesauribile, stratiforme, sa trovare armonie flautate, o cristallizzarsi in afflati d'ombra solitari, in nicchie che hanno la malinconia assorta di un procedere lento, smagnetizzato dalla realtà di ogni giorno, ma ad esso connesso per necessità di superamento, dentro un contraddittorio che lo deforma e lo denuda.

Nicoletta Di Gregorio intrattiene un rapporto privilegiato con il lettore, perché lo accompagna a respirare l'episodio meraviglioso del suo immaginario sensibile, lo trascina in un empireo quasi favoleggiato in cui si annullano le distanze sensoriali per rincorrere e attraversare territori iperurani, mondi condivisibili in cui la nostra levità ha senso nella coscienza di un traguardo ultimo di vita, "oltre" noi stessi.

Vi è in quest'autrice la sublimità del narrato, vi si riscontrano le caratteristiche di una tendenza al verso libero, che tuttavia non si mostra mai prosastico, perchè molto attento al valore fonico del linguaggio, il quale di sovente sa creare suadenti impasti sonori, eccezionali chiuse elegiaco/tonali molto raffinate.

I risultati sono sempre convincenti e armoniosamente raggiunti, pienamente realizzati da un complesso sincronismo che crea una poesia "soft" scevra da orpelli e sontuosamente incastonata in atmosfere idilliache che hanno il respiro profondo della sapienza del cuore, una architrave che sa impostare cauti messaggi di malinconia, senza darlo a vedere, perché anzi quella malinconica luce sa avvolgere e trasportare in un neorealismo di silenzi, di obliosi traguardi introspettivi che fanno la differenza. L'emozione non ricalca scritture già lette, perché, nell'avventura letteraria, Nicoletta Di Gregorio è sempre nuova negli ampliamenti diversificati della sua esperienza poetica, pur senza allinearsi alla tradizione simbolista, sa stabilire una cifra personale unica e irripetibile: stupore indefinibile che ci pervade in una lunghezza d'onda che, seppure a volte sfiora l'ermetismo, sa individuare i tratti salienti di un sentire illuminante di suggestioni e di memorie, che è proprio della vera, alta poesia.

Andando avanti nella lettura, questa poetica mi appare una fantastica miscellanea di note, di sfumature, in un tirocinio poetico di grande levatura che sa individuare la stagione neorealistica, pur non estraniandosi dalle soluzioni stilistiche più moderne.

Modelli di perizia linguistica vanno quanto meno evidenziati, di cui la poetessa fa sfoggio in un andirivieni di luci, di lampeggiamenti, di sigle sue proprie, creando atmosfere fantastiche a cavallo tra lo sperimentalismo e il classicismo, ciononostante marcando, riferimenti ermetici che ribadiscono la lezione e l'assimilazione di poeti d'alto rango.


Vertigine d'acqua
Edizioni Tracce, 2011
collana I Cammei
pp. 56
€ 11.00
ISBN 978-88-7433-798-9
dimensioni cm 19x14


Collaborazione culturale con la Universum / Università della Pace della Svizzera Italiana

Le Edizioni Tracce, nella persona del Presidente Nicoletta Di Gregorio, sono liete di avviare una fattiva e reciproca collaborazione culturale con la Universum / Università della Pace della Svizzera Italiana, nella persona del Presidente Dott. h.c. Valerio Giovanni Ruberto, che siamo onorati di annoverare come direttore di una nuova collana editoriale da lui diretta.
Ringraziamo vivamente la Universum / Università della Pace e il Suo Presidente, inoltre, per questo importantissimo sodalizio, di cui riportiamo il comunicato stampa ufficiale presente sui siti:



giovedì 19 gennaio 2012

Le Edizioni Tracce organizzano i "Giovedì con la poesia", incontri con i poeti alla Libreria Libernauta


Parte giovedì 26 gennaio, alle ore 17.00, l’iniziativa “Il Giovedì con la poesia” presso la Libreria Libernauta di Pescara, in via Teramo 27, organizzata dalle Edizioni Tracce in collaborazione con la Libreria Libernauta. 
I “Giovedì con la poesia”, che proseguiranno lungo tutto l’anno e si terranno due giovedì ogni mese, vedranno la partecipazione di illustri poeti del panorama sia regionale che nazionale.
Lo scopo di questi incontri è di avvicinare i cittadini alla poesia e di restituire a questa un posto di rilievo nella nostra cultura.


giovedì 26 gennaio


Ecco il programma completo del 2012:



26 Gennaio - ore 17.00
Andrea Cati
Vito Moretti
Daniela Quieti


9 Febbraio - ore 17.00
Luigi Di Fonzo
Francesco Marroni
Anna Ventura


23 Febbraio - ore 17.00
Daniele Cavicchia
Igino Creati
Bibiana La Rovere


1 Marzo - ore 17.00
Leo Fedeli
Giuseppe Iannascoli
Francesco Mezzalama


8 Marzo - ore 17.30
Anna Maria Giancarli
Anna Maria Petrova
Isabella Tomassi


29 Marzo - ore 17.30
Nicoletta Di Gregorio
Giancarlo Giuliani
Marco Tornar


12 Aprile - ore 17.30
Luciano De Angelis
Anna Di Giorgio
Ubaldo Giacomucci

19 Aprile - ore 17.30
Benito Sablone
Gulnara Sharafutdinova
Stevka Smitran


26 Aprile
 - ore 17.30

Beatrice Marchegiani
Rita Pagliara
Filippo Pirro



3 Maggio - ore 18.00
Gabriella Bottino
Michele Meomartino
Alessio Sabatini Sciarroni


17 Maggio - ore 18.00
Sara Fasciani
Elena Malta
Mara Seccia


31 Maggio - ore 18.00
Maria Pina Cacciatore
Franco Castellini
Pasqualino Del Cimmuto


7 Giugno - ore 18.00
Francesco Di Rocco
Massimo Pasqualone
Ada Pianesi Villa


21 Giugno - ore 18.00
Pina Allegrini
Rolando D’Alonzo
Marcello Marciani

lunedì 16 gennaio 2012

"La radice del mare" di Maria Luisa Spaziani: una nota critica di Ninnj Di Stefano Busà

Una raccolta compatta e armoniosa, come solitamente sono tutte le sillogi poetiche di Maria Luisa Spaziani. La poesia dell’autrice si snoda attraverso itinerari di luci e ombre e s’incanala in una metafisica che ha le caratteristiche di una filosofia del cuore.
La ricca produzione poetica ne è una dimostrazione di fede, sempre fedele al filone del neorealismo romantico che ha segnato tanta parte della sua carriera letteraria.
La poesia di questa raccolta è incentrata sul mare, sulla natura, sui miti di una trasposizione lessicale che hanno determinato e resa celebre la sua vicenda culturale e umana.
Una poesia la sua, che sarebbe alquanto limitativo definire o etichettare come poesia di un solo “filone” letterario, Maria Luisa Spaziani ne compendia molti e tutti interessanti, tutti percepiti all’insegna di un linguaggio scarno, coerente, molto vicino alla intelligenza del cuore, pure se la ragione o la filosofia della vita vi fanno capolino in una indiscussa parabola di tempo, di scienza e fantasia. L’immaginazione della Spaziani è figlia del suo tempo, ne umetta episodi di luce, ne persegue punti ineludibili di religioso stupore, di riflessione, di appassionato fervore lirico.
Il mare come tema della ciclicità risorgente, delle maree del cuore, della trasformazione e rinascita, della purificazione, della contemplazione è l’argomento dominante di questa sua ultima raccolta. In esso va riletto l’eterno ciclo vitale, che ridisegna la ricchezza dei valori perenni, racchiude l’evento evocativo in una parabola di vita, di avventura, di suggestione. Vi sono pagine di grande conciliazione fascinosa e lirica, ascrivibile all’endecasillabo a cui spesso l’autrice si ispira in una trasparenza quasi religiosa che sostanzia e fortifica il grande mistero della natura-madre-serena.
Ne “La radice del mare” si avverte il linguismo della Spaziani, a cominciare dal suo gioioso canto che introita nella natura stessa il suo apogeo referente e assorto, indicativo di una rinascita, quale è sempre il flusso e il riflusso della sua poetica.
A mio giudizio, però, in quest’opera c’è un sommovimento d’anima che dà ulteriore vigore alle immagini, le fa vorticare in un turbinìo d’ali di alto lignaggio lirico, proprio come si addice ad una veterana della poesia quale è la Spaziani.
Il verso è come sempre sciolto e sonoramente raccolto in un alveo di biografismo lessicale ricercato e felicemente risolto. L’esito finale di ogni testo è perfetto, come in tante altre opere precedenti, In scansioni rapide e chiare, quasi fulminanti, come si caratterizzano da sempre, nelle numerose sue opere, a cominciare da “Le acque del sabato” 1954, a “L’utilità della memoria” 1966, a “L’occhio del ciclone” 1979, “Geometria del disordine” 1981; La stella del libero arbitrio”, 1986; “La luna è già alta” 2006; per giungere a questo suo ultimo lavoro che ridefinisce il suo lungo percorso letterario con una strategia lessicale di indiscusso valore.


Ninnj Di Stefano Busà