giovedì 26 marzo 2015

ONORATI SPOSA RICERCA E NARRAZIONE

Pubblichiamo qui di seguito la recensione realizzata da Fabio Pierangeli (Professore di Letteratura italiana all'Università di Roma "Tor Vergata") al volume di Aldo Onorati  Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenhauer e Leopardi, apparsa sulla rivista della Società Dante Alighieri Pagine della Dante (4/2014):
Il prezioso volume di Aldo Onorati, Il senso della gloria in Dante, Foscolo, Schopenhauer e Leopardi, Tracce editore, 2014, è capace di coniugare la serietà della ricerca scientifica (la precisione delle citazioni, scelte tra un imponente materiale) al dono di comunicare narrativamente, in modo avvincente, con sottile ironia e passione autentica, gli elevati valori culturali che si tramandano dal passato. 
Attraverso Schopenhauer, Onorati è netto nel segnare i confini delle parole e dei loro significati, innanzitutto distinguendo la gloria dal successo. “La gloria è quanto resiste di noi dopo la nostra scomparsa, quando non potremo più difendere le nostre azioni compiute o le nostre opere artistiche. Il successo è legato invece alla transitorietà dell’esistenza, al Caso, al maneggio… Se si trasformerà in gloria duratura è molto dubbio e nessuno lo sa”.
Onorati offre spunti notevoli commentando alcune opere dei tre autori italiani, oculatamente scelti per intervenire in un dibattito attualissimo: Dante (sapeva bene di essere superbo tra i superbi e lo ammetteva: non è merito da poco), Foscolo (di cui si commenta acutamente parte delle lezioni di Pavia), Leopardi della stupenda operetta morale, un universo di estrema attualità, “Il Parini, avvero della gloria”.
Commentati, con finezza e chiarezza, acume e modestia, i brani immortali della letteratura, Onorati li mette a confronto, descrivendo con passione rara, spirito polemico (ma non superficiale e disfattista, anzi) la situazione attuale della letteratura e dell’editoria, passando in rassegna i dogmi, le incurie, le eccellenze nascoste del secolo scorso, per arrivare alla paradossale situazione dell’oggi, dove, in conclusione, “ai fini del successo il valore dell’opera non ha alcun peso. Anzi, talvolta è di ostacolo”. Molti capolavori, insomma, rimarranno nel cassetto, è la constatazione di Onorati: assai più umoristica che rassegnata.

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