lunedì 13 gennaio 2014

Lo “straniero” che attraversa lentamente il mondo: una recensione alla silloge di Raffaele Stella

Condividiamo la recensione alla raccolta poetica di Raffaele Stella "Straniero nel mondo" a cura di Francesco Sicilia, apparsa su L'ArgoLibro
Raffaele Stella sonda con intenso acume lo sterminato paesaggio del dolore, che per ognuno di noi assume colori, contorni, particolari e sfumature personali. Ma la voce dell’artista, quando è vera e quindi è tale, può e sa cogliere il messaggio universale che riguarda tutti noi.
“Straniero nel mondo” è un attraversamento (del mondo, appunto) che al tempo stesso è distacco, e il poeta si sposta lungo questi due estremi: lasciarsi coinvolgere o no, partecipare o no.
L’immagine in copertina di Emiliano Stella sintetizza mirabilmente una condizione che apporta inevitabile malessere: un uomo in partenza, seduto sulla propria valigia, ma con lo sguardo tra il perso e il riflessivo che tradisce l’assenza di una meta chiara.
La scrittura è precisa, ampia nelle considerazioni apportate ma anche nitida nel saper “centrare il bersaglio”, e i bersagli di Raffaele Stella sono nella maggior parte dei casi i comportamenti ipocriti degli uomini. C’è una condanna netta, amara nelle considerazioni, soprattutto perché lo sguardo lungo dell’artista è in grado di vedere e valutare i danni a lungo termine che un comportamento sbagliato può avere.
È una scrittura che non si disperde in mille rivoli, quella contenuta in “Straniero nel mondo”, ma fissa stati d’animo e consapevolezze che diventano roccia solida, certezza dalla quale l’artista getta tutt’intorno il suo sguardo.
In una delle poesie lo sguardo è concentrato sul “marasma di questi tempi”, sulle “tiritere dei tiggì”, sugli “zapping vorticosi”: è l’iper-velocità che evita la consapevolezza degli sbagli e, quindi, di conseguenza, solleva la coscienza collettiva (ma anche personale) da una presa di coscienza senza la quale lo sbaraglio non può che continuare.
Non si sottolinea mai abbastanza che la necessità dell’arte risiede anche – e forse soprattutto – in una necessità sociale; Raffaele Stella, perciò, è straniero in questomondo, in certi meccanismi nei quali non si riconosce. Nel non riconoscersi in essi c’è la forza e la capacità di denudarli, denunciarli, invitando il lettore a sganciarsi dall’iper-velocità per soffermarsi, per notare qualcosa di molto importante che andrebbe notato.
La denuncia è sempre precisa, circostanziata, nitida. Si può essere d’accordo o no con chi scrive, ma di certo la voce di Raffaele Stella non lascia spazio a dubbi, men che meno ad equivoci.
La lettura di “Straniero nel mondo” è da consigliare principalmente perché c’è la necessità di un confronto aperto, sincero e profondo; un confronto lento, protratto nel tempo, e non a caso anch’esso è uno dei protagonisti di queste pagine.

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