mercoledì 23 gennaio 2013

A Dante Maffia il Premio Letterario "Città di Leonforte" 2012

Il poeta Dante Maffia, con la silloge "Sbarco clandestino" (Edizioni Tracce, 2011), ha vinto il Premio Letterario "Città di Leonforte" - 34° edizione 2012.
La cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori si terrà sabato 26 gennaio, alle ore 18.00, presso il Cine-teatro "Evolution" in C.da Mongiafora (zona Don Bosco), a Leonforte (EN).
Dall'introduzione alla silloge a cura di Lina Sergi:
Sono stufa di ipocrisia, retorica e indifferenza, ma credo di non essere la sola. Infatti, quando lessi per la prima volta Sbarco clandestino, il poemetto di Dante Maffia, vi ritrovai lo stesso sdegno, la stessa passione, la stessa tracotante sincerità che anima la mia solitudine e vidi, come rivedo oggi, sfilare davanti ai miei occhi, i personaggi, protagonisti di un dramma che il mondo ‘borghese’ (pardon, dimenticavo che la parola ‘borghese’ è cancellata dai dizionari della sociologia politica odierna) vuole ignorare, vergognandosene, o meglio, egoisticamente infischiandosene.
[...] Maffia ripropone oggi la sua visione del mondo, un mondo di esclusi, di invisibili, di dimenticati, e lo fa schierandosi, senza reticenze, senza mezzi termini, col coraggio della parola, che qui è anche ‘logos’, bisogno prepotente di conoscenza, di apertura verso l’altro da sé, verso l’infinita ricerca del ‘s’auton’ e dell’identità perduta.
[...] Dove porta questa poetica?
Ad uscire dal conformismo masturbatorio dei cenacoli di falsi intellettuali, che scrivono solo per il piacere di ascoltarsi e pretendono di insegnare ad altri ad esercitarsi nei ‘laboratori di scrittura’, che fioriscono e prolificano, rimarcando sempre più il solco tra coloro che si sono autoprescelti per insegnare e i comuni mortali destinati a subire, in una trite fabbrica di illusioni ed illusionisti.

Dante Maffia è nato a Roseto Capo Spulico, nella sibaritide. Si è laureato in lettere a Roma, dove vive. Come poeta fu segnalato, agli esordi, da Aldo Palazzeschi, che ha firmato la prefazione al suo primo volume. Come narratore fu segnalato da Giampaolo Rugarli. Tra gli storici e i critici della letteratura è opinione sempre più diffusa che egli sia uno dei maggiori poeti italiani, affermazione ribadita nel tempo da D. Bellezza, G. Spagnoletti, P. Tuscano, C. Chiodo, G. Pedota, A. Iacopetta, A. Bevilacqua, P. Levi, G. Mercogliano, L. Reina, L. Sciascia, M. Marcone, G. Manacorda, C. Magris che, tra l’altro, ha scritto: “Capace di nuda essenzialità e di freschezza primordiale, Maffia è poeta doctus: la sua opera comprende la lirica come il romanzo, la saggistica e la critica. Scrittore che si situa all’incrocio di molte frontiere, Maffia si è confrontato con tante voci della letteratura contemporanea e con i nodi centrali della modernità, una delle caratteristiche più felici è la competenza di sottile e agguerrita coscienza critica, attenta alle ragioni storiche e allo sgomento del divenire, e fantasia mitica, pervasa dal senso dell’immutabile unità dell’essere. Entrambe queste corde sono vissute con generosa umanità, con un’intensa capacità di calarsi totalmente, con tutto se stesso, nel caldo e impuro fluire della vita”.
Molti suoi libri di narrativa e di poesia sono tradotti all’estero ed esiste perfino una traduzione in latino de La Biblioteca d’Alessandria.
Il Presidente della Repubblica Ciampi nel 2004 lo ha insignito di medaglia d’oro alla cultura e la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel dicembre de 2010 gli ha conferito il Premio Giacomo Matteotti.

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