martedì 13 novembre 2012

Una recensione ad "Animamadre" a cura di Marco Palladini


Condividiamo con i nostri Lettori una recensione al libro "Animamadre" di Nina Maroccolo a cura di Marco Palladini, apparsa sulla Rivista Online del Sindacato Nazionale Scrittori Le Reti di Dedalus (Anno VII – Novembre 2012), all'interno della rubrica "Le vie del racconto":
Tra le molte e disordinate letture dei mesi scorsi, non posso dimenticare Animamadre (Tracce, 2012) di Nina Maroccolo. Senz’altro è di gran lunga il libro migliore della scrittrice di Massa. Un libro che si ammira innanzitutto per la qualità della scrittura, elaborata e complessa, in totale controtendenza rispetto alla narrativa odierna, linguisticamente appiattita e povera. In secondo luogo, per il mix di invenzione e memoria autobiografica che intreccia il tempo dell’infanzia vissuta in Sardegna con il presente della donna adulta stabilitasi nella capitale, attraversata dalla irrequietezza e precipitata in una condizione di depressione pressocché permanente. C’è qui il coraggio dell’autrice di razza di esporsi e di raffigurare le proprie, sanguinanti ferite psico-esistenziali, come in una sorta di dolorosa autoanalisi condotta in pubblico. Potente dolore che non esclude l’ironia critica, la vigile e straniata coscienza di sé in mezzo alle confessioni ‘frontali’: “Ventidue anni di psicofarmaci. 10.752 pillole tra fluoxetina e nortriptilina negli ultimi sei”. Nella cadenza patologica di “ansiolitici, antidepressivi, sonniferi e neurolettici” la narrazione si nutre di fantasie e fantasmi, incubi e visioni, passato e attualità avvinti in un flusso di scrittura di caratura espressivista, e che definirei di intonazione ‘dinocampaniana’, vista anche la toscanità che accomuna Maroccolo al poeta di Marradi. Una prova letteraria di assoluta maturità Animamadre, chissà se fornita di un qualche effetto di catarsi.

Dall'introduzione al libro a cura di Fabio Pierangeli:
Per risalire, il lessico nuovo di Nina Maroccolo

[...] Non so quanto sia stata all’inizio operazione consapevole, ma certo Nina Maroccolo non vuole offrire risposte facilitanti, scorciatoie al limite della periferia dell’identità. Percorre la sua via, fedele a se stessa, nel bene e nel male e alla fine, durante il viaggio, entusiasma chi si è trascinato dietro, nella salita e nella discesa di uno stile personalissimo, cantato e urtato, pieno di spigoli, pugni e carezze.
L’entusiasmo deriva dall’evidenza che il lettore si è dovuto coinvolgere, è stato coinvolto. Un libro è riuscito se non ti lascia uguale, se ti mette in movimento. Animamadre lo è. Narrando tutte le voci possibili, quelle che escono, appunto, dall’anima e dagli impulsi elettrici e motivati del cervello, dentro una struttura non struttura audace, sorvegliata, transfuga, studiata in ogni sillaba.
Romanzo, levigato e perciò breve come una lunga pugnalata.
Romanzo di una vita e perciò di formazione, scritto in pillole, dal basso, per giungere ad un urlato sublime.
Pillole che coincidono, sofferto correlativo oggettivo, con la processione dagli esperti per curare la depressione, implacabilmente annunciata fin dall’esergo e proposta nella prima scena.

Ventidue anni di psicofarmaci.
10.752 pillole tra fluoxetina e nortriptilina
negli ultimi sei.

Il sipario si apre dunque sul coraggio della nudità della protagonista. Nina Maroccolo, drammaturga pluripremiata, attrice volitiva e poliedrica, fine interprete di testi letterari, lo sa perfettamente e non si tira indietro, affrontando un secondo processo di liberazione affidato alle acque potenti della scrittura. [...] 

Nina Maroccolo è nata a Massa nel 1966. Cresciuta in Sardegna da bambina, approdata a Firenze nel ’75 – dove ha studiato Arte e Musica – vive e lavora a Roma dal 2004. Scrittrice, performer, artista visiva – è curatrice di libri e antologie. Ha fatto parte della casa discografica CPI (Consorzio Produttori Indipendenti, Firenze), responsabile dell’Associazione Culturale “Il Maciste”. Ha partecipato a trasmissioni su RAI1, RAI2 ed altre emittenti televisive.
Pubblicazioni: Il Carro di Sonagli (City Lights Italia 1999); Annelies Marie Frank(Empirìa 2004 – 2a ed. 2009), con prefazione di Alda Merini; Firenze-Roma(Pulcinoelefante 2004); Documento 976 – Il processo ad Adolf Eichmann (Nuova Cultura 2008), a cura di Fabio Pierangeli; Malestremo (Le Reti di Dedalus 2008), a cura di Marco Palladini; Illacrimata (Ed. Tracce 2011), con prefazione di Paolo Lagazzi.
È presente in numerose antologie.

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