venerdì 9 marzo 2012

SBARCO CLANDESTINO e LETTERA A UN GIOVANE AMICO: presentazione dei libri di Dante MAFFIA e Luciano LUISI




Martedì 13 marzo 2012, alle ore 17.30, presso la Libreria Feltrinelli, in Via Milano (angolo Via Trento), a Pescara, si terrà un doppio incontro culturale con il poeta Dante Maffia e l’autore Luciano Luisi, che presenteranno i loro ultimi libri.
Presenterà Giancarlo Giuliani (Poeta e Critico Letterario) e Igino Creati (Poeta).
Coordinerà Nicoletta Di Gregorio (Presidente Edizioni Tracce). 


Dall'introduzione di Lina Sergi al libro di Dante Maffia:

Sono stufa di ipocrisia, retorica e indifferenza, ma credo di non essere la sola. Infatti, quando lessi per la prima volta Sbarco clandestino, il poemetto di Dante Maffia, vi ritrovai lo stesso sdegno, la stessa passione, la stessa tracotante sincerità che anima la mia solitudine e vidi, come rivedo oggi, sfilare davanti ai miei occhi, i personaggi, protagonisti di un dramma che il mondo ‘borghese’ (pardon, dimenticavo che la parola ‘borghese’ è cancellata dai dizionari della sociologia politica odierna) vuole ignorare, vergognandosene, o meglio, egoisticamente infischiandosene.
[...] Maffia ripropone oggi la sua visione del mondo, un mondo di esclusi, di invisibili, di dimenticati, e lo fa schierandosi, senza reticenze, senza mezzi termini, col coraggio della parola, che qui è anche ‘logos’, bisogno prepotente di conoscenza, di apertura verso l’altro da sé, verso l’infinita ricerca del ‘s’auton’ e dell’identità perduta.


[...] Dove porta questa poetica? Ad uscire dal conformismo masturbatorio dei cenacoli di falsi intellettuali, che scrivono solo per il piacere di ascoltarsi e pretendono di insegnare ad altri ad esercitarsi nei ‘laboratori di scrittura’, che fioriscono e prolificano, rimarcando sempre più il solco tra coloro che si sono autoprescelti per insegnare e i comuni mortali destinati a subire, in una trite fabbrica di illusioni ed illusionisti.


Dante Maffia è nato a Roseto Capo Spulico, nella sibaritide. Si è laureato in lettere a Roma, dove vive. 
Come poeta fu segnalato, agli esordi, da Aldo Palazzeschi, che ha firmato la prefazione al suo primo volume. Come narratore fu segnalato da Giampaolo Rugarli. 
Tra gli storici e i critici della letteratura è opinione sempre più diffusa che egli sia uno dei maggiori poeti italiani, affermazione ribadita nel tempo da D. Bellezza, G. Spagnoletti, P. Tuscano, C. Chiodo, G. Pedota, A. Iacopetta, A. Bevilacqua, P. Levi, G. Mercogliano, L. Reina, L. Sciascia, M. Marcone, G. Manacorda, C. Magris che, tra l’altro, ha scritto: “Capace di nuda essenzialità e di freschezza primordiale, Maffia è poeta doctus: la sua opera comprende la lirica come il romanzo, la saggistica e la critica. 
Scrittore che si situa all’incrocio di molte frontiere, Maffia si è confrontato con tante voci della letteratura contemporanea e con i nodi centrali della modernità, una delle caratteristiche più felici è la competenza di sottile e agguerrita coscienza critica, attenta alle ragioni storiche e allo sgomento del divenire, e fantasia mitica, pervasa dal senso dell’immutabile unità dell’essere. Entrambe queste corde sono vissute con generosa umanità, con un’intensa capacità di calarsi totalmente, con tutto se stesso, nel caldo e impuro fluire della vita”. 
Molti suoi libri di narrativa e di poesia sono tradotti all’estero ed esiste perfino una traduzione in latino de La Biblioteca d’Alessandria
Il Presidente della Repubblica Ciampi nel 2004 lo ha insignito di medaglia d’oro alla cultura e la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel dicembre de 2010 gli ha conferito il Premio Giacomo Matteotti.





Dalla quarta di copertina del libro di Luciano Luisi:

Poeta fra i più noti fin dal suo esordio nel dopoguerra, ha vinto molti premi con una ventina di raccolte alle quali si affiancano libri di narrativa e di saggistica letteraria e artistica. La sua poesia “ci richiama senza soste alla nostra responsabilità di figli del tempo, di consumatori di vita”. (Geno Pampaloni)

Giornalista, prima come redattore di terza pagina nel quotidiano “Il Popolo”, è entrato nel ‘53 in televisione (dove si è dovuto “inventare” il mestiere di telecronista e di conduttore), diventandone un protagonista che “ha creato un genere che in seguito ha espresso solo modesti epigoni”. (Aldo Grasso)

Appassionato collezionista di conchiglie, e d’altro ancora, cultore della casa, amante di ogni forma della bellezza, si è sempre occupato di arti figurative e per i suoi molti servizi televisivi, i suoi articoli su giornali e riviste, le decine e decine di presentazioni in catalogo e monografie, gli è stata offerta una cattedra di Storia dell’Arte in una Accademia dello Stato che ha avuto Foggia come destinazione. Diviso dalla sue sofferte contraddizioni (i pesci del suo segno tirano da parti opposte) le ha poi sempre conciliate nel costante, pieno, sensuoso amore per la vita. E nella grande speranza che viene della fede.

Luciano Luisi è nato a Livorno e vive, fin dalla prima adolescenza, a Roma. Numerosissimi i suoi viaggi in Italia, in Europa e nel mondo.

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