martedì 15 ottobre 2013

Commemorazione del poeta Franco Castellini

La Fondazione Accademia D'Abruzzo, in collaborazione con la Fondazione Pescarabruzzo e le Edizioni Tracce, organizza la commemorazione della scomparsa del poeta Franco Castellini, che si svolgerà martedì 22 ottobre, alle ore 17.30, presso la Sala Convegni della Fondazione Pescarabruzzo, in Corso Umberto I 83, a Pescara.
Saluti: Edgardo Bucciarelli (Presidente Fondazione Accademia d'Abruzzo), Nicola Mattoscio (Presidente Fondazione Pescarabruzzo) e Nicoletta Di Gregorio (Presidente Onorario delle Edizioni Tracce).
Testimonianze: Giorgio Bàrberi Squarotti (Critico Letterario e Poeta - Università di Torino) e Ubaldo Giacomucci (Presidente Edizioni Tracce).
Nel corso della commemorazione, Emanuela D'Agostino e Franca Minnucci declameranno alcune poesie tratte dall'ultima silloge di Franco Castellini "L'oro della sera" (Edizioni Tracce-Fondazione Pescarabruzzo, 2013).
Dall'introduzione al libro a cura di Giorgio Bàrberi Squarotti:
Franco ha scritto moltissime poesie, che hanno un’originalità e esemplarità singolare, unica. I suoi testi partono da un’emozione, da un’impressione, da un’occasione di vita o di riflessione o di memoria o di affetti, per concludersi nella domanda fondamentale di ogni poesia che non sia soltanto esercitazione o superbia o vanità o moda: questo, in questi versi, io ho descritto o raccontato o colto come a verità della vita, ma, dopo, si deve andare un poco oltre ancora, e chiedersi…
È una domanda drammatica; e la poesia di Franco, proprio per questo assillante pensiero, ha una grandiosa espansione, e indaga gli anni dell’esistenza e interroga tanti luoghi e persone ed eventi, con la più strenua ansia dell’anima.
… Il discorso di Franco è, sì, rigoroso, ma intriso, al tempo stesso, di pietà per i troppi errori umani.
La verifica della degradazione dei tempi ha come riscontro il senso addolorato del male che a se stessi gli uomini fanno con la loro inconsapevolezza di verità e di bellezza.
Castellini è, in alternativa rispetto a questo amplissimo ventaglio di variazioni poetiche, anche un purissimo lirico, che, tuttavia, piega tanto spesso alla sapienza del gioco. Penso a un testo come E mentre il corpo, che inizia con un neologismo suggestivo (e allora è il caso di ricordare che Franco è anche un difensore valorosissimo della nostra lingua, in questa tetra stagione di ignoranza della parola fino all'incapacità di comunicare efficacemente e seriamente): “E mentre il corpo / lucertolava al sole e i biondi capelli e il seno / fremevano alla brezza del mare, / i miei pensieri si perdevano / così nel lento morire della sera. / E, come fantasmi impavidi / sull'orizzonte di un cielo indaco / le idee cadevano sudate / sulla sabbia di un insolito ottobre”. È la visione di beltà più preziosa, fatta com'è di stupore e di ironia. La liricità di Castellini si nutre di queste doppiezze suasive, con l’eco appena di malinconia, che si fa più profonda in un altro testo esemplare: “Seduto sulla riva della sera / tra cigli lassi per l’ora tarda, / langue la visione mia del giorno / carica di luci e ombre / come un sole coperto da strati di nuvole. / // Passo la notte coricato sul fianco. / Torna il colore di un’alba / e il desiderio / delle minute foglie di primavera. / / Rinasce il giorno come un sorriso / di bimbo e, come da quel sorso di vita / sgorgasse una lacrima pura, / in me si spalanca l’infinito e lieve / respiro tutta quell’aria intorno”.
Sono versi di una splendida grazia, un dono sicuro. Potrei citare tanti altri punti e aspetti della lunga vicenda poetica di Castellini. Ma questo vuole essere soprattutto l’omaggio più riverente e commosso a chi tanto ci ha saputo dare.

… E da quelle prime bozze degli anni quaranta, ottanta, novanta, fino ai primi dell’anno duemila, ho cercato di inseguire il momento creativo riferito al tempo in cui l’animo mi aveva già suggerito; ho inteso mantenere la più verosimile veste di allora, cercando di non modificare contenuto e stesura del verso tanto ché levità di pensiero, freschezza, spontaneità e fantasia sono perlopiù lo specchio d’allora!
E questa potrebbe essere la mia ultima pubblicazione anche se confesso di avere già pronti altri lavori. Credo rimarranno così senza una veste tipografica in quanto non intendo liberarli dal mio limbo letterario.
L’oro della sera”, poesia scritta il 28 Novembre 2011, non solo apre alla lettura di questa raccolta, ma è anche il titolo stesso della pubblicazione.
Quanto riportato potrà non piacere.
Il mio pensiero però, così volutamente declinato nel tempo in maniera tanto rigorosa, è un modo aperto, semplice e piano per riascoltarmi così senza paure e frontiere.
Franco Castellini

Nessun commento: