venerdì 19 luglio 2013

Frate Amore: un messaggio cristiano tra tentazioni, salvezza, amore e poesia

Condividiamo la recensione di Dante Maffia al romanzo di Aldo Onorati “Le tentazioni di Frate Amore" (Edizioni Tracce 2013, Collana I Cammei), pubblicata sul settimanale “Le Città” il 18 luglio a pag. 15.
"Il vulcano Aldo Onorati ci offre un altro tassello felice delle sue costruzioni letterarie e lo fa con la disinvoltura e la naturalezza che gli sono da sempre compagne fedeli per mitigare la sua irruenza e la sua cultura. Questo romanzo è la storia di un frate francescano alle prese con i suoi ardori, con le sue frenesie, con l’incanto della donna che diventa tentazione, ossessione, peccato, beffa, perdizione e penitenza. Onorati, dopo una parte iniziale in cui descrive la pace del convento, in cui mostra la vita monacale nella beatitudine della preghiera e dell’osservanza, entra nel vivo di un rapporto narrato senza veli, senza tergiversare sul sentimento e sulla passione. 
Lucrezia sembra essere uscita dalla penna di Buzzati tanta è la sua sfrontatezza: prende l’iniziativa, devasta la pace di padre Stefano, lo pone al bivio con atteggiamenti ambigui, con un gioco perverso che ha il candore di una sfida e la cattiveria di una bambina capricciosa alle prese con un giocattolo. 
La prosa di Onorati è agile, a tratti descrittiva, ariosa e pungente e perciò i sentimenti del frate affiorano a tutto tondo creando uno spaccato che potrebbe sembrare consueto nelle abitudini e nei costumi dei conventi e che invece sovvertono l’anima del protagonista e lo rendono inquieto, di quella inquietudine che rimette in discussione le verità accettate, i dogmi e perfino le abitudini. 
Frate Stefano rompe gli argini e con il Priore affronta gli argomenti intoccabili del Vangelo cercando vie d’uscita da un se stesso irretito dall’amore violento che lo sbatte furiosamente dinanzi alle questioni più cocenti della Chiesa cattolica. Se mi si chiedesse che romanzo è questo risponderei che è il romanzo della teologia evangelica rivista e riproposta in chiave postmoderna. Frate Stefano agisce fuori dalle regole canonizzate (gli viene perfino rimproverato) e sente d’essere a volte un pesce fuor d’acqua dinanzi all’accettazione supina del dictat imposto. Non si ribella, ma agisce a modo suo e accetta di confessare dei separati (dopo la delusione d’amore che lo riporta tra le pecore della greggia), sconvolge l’assetto della “regola”, esce da se stesso e si proietta nel mondo. 
La conoscenza della teologia, dei testi sacri, della storia della Chiesa e della sua giurisdizione permette a Onorati di entrare disinvoltamente nelle questioni più scottanti che investono il sacerdozio e la comunità dei fedeli e per questo assistiamo a dialoghi serrati che sembrano scritti da un cardinale colto che arriva a domandarsi: “Da quale parte vive incontrastata la pura verità?”. 
Frate Stefano, dopo essere stato nominato priore, viene sostituito da frate Ginepro che è pedissequamente arrogante e sicuro delle sue azioni. Di conseguenza egli viene mandato in un convento lontano dalla civiltà, non molto distante da un piccolo borgo. Qui si rende conto che la malvagità, il disamore, l’invidia, il pettegolezzo, il dolore esistono anche in un luogo che sembrava l’essenza di un idillio. La sua amarezza si fa sconfinata e si affida alla “umiltà di riconoscerci creta”. 
Romanzo per molti aspetti sconvolgente che si va ad aggiungere a quella lista di opere spirituali che parte dalla tradizione manzoniana. Non al manzonismo degli stenterelli, ma alla salda prosa che sa dosare immagini e idee, emozioni e sensazioni, percezioni e accensioni con salda orchestrazione e con ferma regia. 
Aldo Onorati appartiene agli scrittori che vogliono dare messaggi narrando. E ci riesce molto bene, infatti “Le tentazioni di Frate Amore” sono pagine avvincenti, che trascinano e tolgono il fiato, che illuminano gli anfratti oscuri dell’anima e li corroborano di una sana lezione altamente morale. Niente è affidato alle sirene della filologia o all’imbroglio del significante. Tutto è irrorato di poesia e i sentimenti vivono e palpitano come creature che hanno bisogno di tenerezza."

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