Venerdì 21 giugno, alle ore 18.00, presso la Libreria Mondadori, in Viale Benedetto Croce 9, a Chieti Scalo (CH) si terrà un doppio incontro culturale con Sandro Bernabei e Anna Di Giorgio, durante il quale verranno presentati i libri "In urne di puro cristallo" e "Epifania".
Presenteranno Ubaldo Giacomucci e Roberto Finore.
Dalla quarta di copertina del libro di Sandro Bernabei:
Liricità e tensione esistenziale in questa poesia si manifestano come una ricerca unitaria, in cui la forza del dettato si articola in maniera suggestiva con uno stile nitido, ma soprattutto dalla forma essenziale.
Sandro Bernabei dimostra anche una significativa lucidità espressiva, offrendo al lettore una poesia scorrevole, ricca di contenuti e di immagini incisive.
Attraverso un ritmo serrato, incalzante e una lirica minimalista, l’Autore ci offre versi nitidi, che compongono due livelli di lettura, allegorie sorprendenti per forza icastica.
Nell’esplorazione di temi universali e particolari convergono in questa silloge il senso della forma poetica e della dimensione esistenziale, con continui riferimenti a paesaggi forse più interiori che esteriori.
Tra l’altro, in questo tessuto simbolico spiccano alcune immagini surreali, che il lettore può apprezzare per originalità e capacità di suggestionare e sorprendere anche il lettore più smaliziato.
Dalla prefazione al libro di Anna Di Giorgio a cura di Francesco Marroni:
“Ventisei viti”:
SUSSULTI E VISIONI DELL’ANIMA
Nel suo esplicito disegno autobiografico, nella sua tensione suggestivamente retrospettiva, Epifania non è soltanto una storia straordinaria che insegue, fra sussulti e visioni, le molteplici diramazioni di una scena della memoria. La voce narrante ha qualcosa di più da dire, a parte la descrizione ravvicinata e dolorosa della morte di “nonna Giuditta”: le vicende di Giuditta delineano un microcosmo di cui erede naturale è proprio la voce femminile che racconta il passaggio dalla vita alla morte della nonna novantaquattrenne. In questo senso, Anna Di Giorgio inscrive la sua voce in un disegno genealogico che, nel momento in cui si registra la fine di un percorso (quello di nonna), ne celebra anche la continuità – il senso di una continuità che implica un intreccio di voci, desideri e destini. Non si tratta semplicemente di registrare il processo di immedesimazione fra la nipote che narra e la nonna che muore. Vi è qualcosa di più, vi è una tensione che epifanizza l’evento-morte trasformandolo in evento-vita.
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