Condividiamo una recensione apparsa su Nea Agorà, a cura di Silvio Nascimben, sul saggio di Santa Fizzarotti Selvaggi "La scintilla del fuoco":
E' stato edito a dicembre 2012 per i tipi delle Edizioni Tracce di Pescara il libro di Santa Fizzarotti Selvaggi dal titolo "La scintilla del fuoco. Scritti sull'arte", pp 125.Si tratta invero della costruzione di una estetica per la psicoanalisi: l'Autrice pone in relazione il linguaggio delle arti e le dinamiche dei processi psichici al servizio dello sviluppo del pensiero creativo. Franco Fanizza, maestro dell'Estetica italiana,già ordinario presso l'Università di Bari così scrive nella brillante prefazione al volume: " Dopo una fase dedicata a “prove” per lo più di carattere poetico e in seguito alle quali va peraltro segnalandosi tra le voci più interessanti e, per così dire, più affidabili alla lirica italiana contemporanea, Santa Fizzarotti Selvaggi propone ora alla nostra attenzione quattro lunghi saggi, che raccolti insieme in un volume unico intitolato La scintilla del Fuoco. Scritti sull'Arte vengono altresì da lei stessa presentati come altrettanti contributi riguardanti “le arti quali possibilità di sentirsi partecipi della Creazione”.In ciascuno di tali saggi via via suggestivamente intitolati "La scintilla del fuoco", "Sia la Luce… e la Luce fu", "Il segreto della mela", "Dal grido di Dioniso al canto di Apollo", si prendono sì le mosse a partire da un interesse diretto per le arti e dall'idea che l’Arte, in quanto tale, ha da essere intesa come poiesis, ossia va colta nella caratteristica qualità del suo specifico fare.Ma poiché con quest’ultimo concetto ci si riferisce ad un generale scolpire il mondo che a sua volta modella e plasma la nostra mente, scultura vivente in divenire”, da ciò risulta che lungi dal seguire il procedimento di una saggistica meramente empirica, preoccupata soltanto di attenersi ad un puro e semplice specialismo estetologico, la Fizzarotti Selvaggi propone percorsi di ragionamento e di analisi che si caratterizzano invece per la ben altra estensione ed intensità delle tematiche di volta in volta coinvolte.In realtà, quanto più in questi scritti il discorso cerca di essere o di farsi appunto “partecipe della Creazione”, tanto più, per così dire, si assiste in essi al susseguirsi dei barlumi di una problematica che non si può non definire “alta”. Essi fanno pensare ad Heidegger, a quell'avanzare tra i “sentieri del bosco”, che è tipico del ragionare poetando già adottato da Santa Fizzarotti in precedenti occasioni.Per tutto questo, nel lasciare ad ogni singolo lettore di questo libro la scelta di orientarsi tra le immagini che vi troviamo presentate, quelle del Fuoco e della Luce, ad esempio, che la stessa Fizzarotti pone all'origine del pensiero umano in quanto tale; come pure lasciandogli la scelta tra i modi, con cui, nella prospettiva di un’inesausta ricerca di significati simbolici, si trovano anche evocate le grandi “Figure” degli antichi miti e della Genesi, non si può però mancare di segnalare quello che sicuramente è il merito principale di questa prova dovuta ad un’autrice, che pur fornita di una solida preparazione di carattere scientifico, non mai rinuncia tuttavia alle esigenze di un autentico neo-umanesimo...Che è soprattutto il merito, in sostanza, di quei pochi che oggi , di fronte all'assedio di una cultura sempre più “digitalizzata”, non rinunciano ad opporre le alternative di un tutt'altro Sapere.Sorvolando perciò sui singoli frutti che l’inesauribile vena ermeneutica della Fizzarotti ha finito in questo caso per produrre, va sottolineata l’importanza di questo suo ritorno ai “Grandi racconti”. Non già, peraltro, associato ad un puro e semplice desiderio di fuga dall'attuale “new world” di memoria huxleliana, quale sta appunto rischiando di diventare il mondo dell’attuale supertecnologizzazione, quanto semmai per riuscire ad innestare nella realtà dei giorni nostri una “seconda vista”, in grado, si spera, d’impedire il crescente impoverimento che la sta minacciando." E la stessa Autrice in premessa afferma: "Ho inteso raccogliere in questo libro, “La scintilla del fuoco, Scritti sull'arte” quattro miei contributi, meglio libere conversazioni per incontri letterari, riguardanti le Arti, il linguaggio delle arti in relazione ai processi psichici e alla possibilità che attraverso tale linguaggio l’essere umano possa sentirsi, in qualche modo, partecipe della creazione.L’immagine è mutevole come le fiamme di un incendio: ma le Arti sono visioni che presentano nel loro manifestarsi una profonda somiglianza con il nostro mondo interno, con la nostra vita affettiva, con i sentimenti e le ragioni. Affreschi dipinti con l’ardore del fuoco rubato da Prometeo a padre Zeus per consegnare gli strumenti della creatività agli uomini, alle donne e alle madri che intorno al "focolare" da sempre tramandano immagini e racconti. Una luce, però, che il popolo delle tenebre tende a non riconoscere.Si dice che le Arti, e la scultura in modo particolare, trovino immagini nella materia informe, ma forse non sono altro se non la proiezione dell’universo mentale dell’artista: a volte ci appaiono come l’epifania di un sigillo individuale impresso nel cuore. La frontiera identitaria intorno alla quale costruiamo la nostra vita.Non a caso Leopardi invita a “scolpire” le parole per evocare mondi sconosciuti a Sé e all'Altro. Si tratta di un “fare” inteso come “poiesis”, un plasmare le forme della cosiddetta realtà che a sua volta modella la nostra mente, "scultura-architettura" in divenire. Un mosaico che nel gioco del nascondimento svela il volto cangiante dell'eternità.Le Opere d’arte sono corpo vivente dalle morbide curve: abitano la Terra in forma di Poesia, scintille palpitanti dall'Oscuro generate."In copertina è rappresentata nella luce del sole l’immagine della quercia che in Grecia porta il nome di Abramo, fotografata a Kos dalla stessa Autrice.Nel bosco delle querce di Mamre Abramo ebbe l'annuncio della nascita di Isacco. E' chiara la metafora: la scintilla del fuoco, la creatività ad ogni livello sia biologico che simbolico, racchiusa in ciascun essere umano è dono divino.
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