martedì 26 marzo 2013

Un pensiero di Maria Teresa Codovilli su "Ver sacrum"

Condividiamo un pensiero di Maria Teresa Codovilli sulla silloge di Franco Campegiani "Ver sacrum":
Ver sacrum” è una silloge di poesia potente, un canto visionario ricco di tensione etica (condivido in pieno il giudizio della prefatrice): un pensiero e una parola che rapiscono e rendono migliori.
Molte sono le poesie che mi entusiasmano, come “Nel segreto degli abissi”, perfetta in toto! In “Lettera a Kant”, dall'apertura di un meditativo lirismo, “accendere… / i fari dell’arcano”, incenerendo i dogmi, è un luminoso ineliminabile traguardo per ogni essere umano, e in particolare per l’artista… Sì, veniamo dall'insondabile, “dall'abisso intelligente, / dal radioso gorgo / da cui il sangue viene, / e questa carne”.
E, in “Nessuno – L’alfa e l’omega”, si dice splendidamente il concetto “lasciarmi pensare dal pensiero” (o, analogamente, con le mie parole, lasciarsi percorrere dal viaggio); poi la chiusa, così concisa e vertiginosa:
“Tutto è immutabile / e tutto è in mutazione. / Giunge l’essere al tempo / e torna all’assoluto il relativo”… Si, “l’inizio abbraccia la sua fine”, e siamo luce e ombra, vita e morte, nulla e tutto… 
Immagini sorprendenti per rendere l’aspetto ossimorico della realtà, ad esempio “nel cuore sereno del magma”; e ancora, in “Trialità”, con alta intelligenza ed alto cuore: “… divina sede, / eterna radice innominabile / di tutto ciò che muore e vive e muta, / sei l’essenza e il delirio che pulsa / e commuove… / Tutto è zero nel gioco impervio dei contrari”.
La rilettura di queste poesie ha contribuito a riorientarmi all’Eden, che da sempre è dentro di noi, nonostante le difficoltà e il dubbio…

Maria Teresa Codovilli

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